Ci sono 26 lettere nell’alfabeto inglese, con due delle lettere – “A” e “I” – che costituiscono anche parole. Ma come visto sopra, un altro carattere – l’ampersand (&) – anche, a volte, è stato incluso tra le attuali 26. E sorprendentemente, la parola “ampersand” è probabilmente un sottoprodotto dell’inclusione del simbolo.
L’immagine sopra è tratta da un libro del 1863 chiamato “The Dixie Primer, For The Little Folks,” disponibile qui nella sua interezza – un libro che, come molti in giro anche oggi, mirava a insegnare ai bambini il loro ABC e alcune parole di base e la fonetica. In particolare, l’ampersand è inclusa nell’alfabeto, proprio accanto alla Z e terminando l’intero set. Anche se non è necessariamente l’uso standard, non è stato terribilmente insolito includere l’ampersand qui – è stato lì per secoli.
L’ampersand è stato sviluppato insieme al resto della lingua, risalendo al primo secolo, quando i romani avrebbero occasionalmente combinato le lettere “E” e “T” in un simbolo simile, rappresentando la parola “et” che significa “e”. Fu incluso nell’alfabeto inglese antico che era ancora in uso nel Medioevo. Quando l’inglese antico è stato scartato in favore dell’inglese moderno che conosciamo oggi, l’e commerciale ha mantenuto il suo status di “membro dell’alfabeto” (per coniare una frase) in una certa misura, con alcune regioni e dialetti che hanno scelto di includerlo fino alla metà del 1800.
Solo che non era ancora chiamato e commerciale. Il segno & era, piuttosto, indicato semplicemente come “e” – il che rendeva imbarazzante recitare l’alfabeto. Come nota Dictionary.com, era (ed è) strano dire “X Y Z e”. Così, non l’hanno fatto. Invece, il nostro lessico ha sviluppato un altro detto: “X, Y, e Z, e di per sé, ‘e'” – ma invece di dire “di per sé”, la frase latina di per sé entrò in favore. Il risultato? “E per se, e,” o, mormorato velocemente da uno studente disinteressato, “ampersand.”
Perché l’inclusione dell’ampersand nell’alfabeto sia caduta in disuso è un’ipotesi, ma c’è una buona possibilità che il merito vada alla canzone ABC che tutti conosciamo – cioè quella che condivide la sua melodia con Twinkle, Twinkle, Little Star (e prende in prestito da Ah vous dirai-je, Maman di Mozart). Quella canzone fu messa sotto copyright nel 1835, più o meno nel periodo in cui l’ampersand cominciò a cadere in disgrazia con il resto dell’ABC.
Fatto bonus: mentre l’inglese antico includeva l’ampersand, non includeva alcune lettere che usiamo oggi, in particolare J, U, e W. J e U non divennero lettere proprie fino al XVI secolo (erano, invece, rappresentate rispettivamente da I e V), con W che divenne una lettera indipendente da U poco dopo.
Dagli archivi: “Mystery Tome”, la storia del Manoscritto Voynich, un libro di 240 pagine probabilmente del 1400, che utilizza un “alfabeto” mai visto prima e, ad oggi, non interpretato. Non sappiamo di cosa si tratti. E non sappiamo nemmeno chi l’ha scritto, o perché.
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