IL METODO
Lee Strasberg spesso descriveva il Metodo di Recitazione come ciò che tutti gli attori hanno sempre fatto quando hanno recitato bene. Ciò che Lee Strasberg intendeva non è che il Metodo™ sia sempre esistito, ma piuttosto che il Metodo è nato come un modo per dare all’attore i mezzi per raggiungere il tipo di risultati che hanno commosso e affascinato il pubblico nel tempo. Lee era alla ricerca di un modo di allenarsi che producesse costantemente i risultati commoventi di queste grandi performance – performance in cui sembrava che l’attore stesse autenticamente rivivendo la vita implicita nelle circostanze date dalla storia.
STORIA DEL METODO
Il Metodo come sviluppato da Lee Strasberg era un mezzo per allenare l’attore a raggiungere questo tipo di performance veramente commovente, infusa di una vibrante vita interiore, e vissuta sul palco come se fosse la prima volta.
Legendario attore americano, Laurette Taylor, scrivendo nel 1914, descrisse il lavoro dell’attore di talento in modo brillante e semplice:
“Vedi un bambino strano seduto in mezzo a una pozza di fango. Ti attira e mantiene il tuo interesse. Sorridi persino per simpatia. Perché? Semplicemente perché quella bambina sta sperimentando la sua immaginazione creativa. Sta attribuendo alle torte di fango le qualità deliziose delle torte che la mamma fa in cucina.”
Cole e Chinoy, Actors on Acting, p. 596
E ancora prima, l’educatore e retore romano Quintiliano (35 circa – 100 circa d.C.), nel descrivere le grandi performance greche e romane, ha tentato di descrivere il processo dell’attore:
“Il grande segreto…per muovere le passioni (negli altri) è essere mossi noi stessi” “per cui le immagini delle cose assenti sono così rappresentate alla mente che ci sembra di vederle con i nostri occhi, e di averle presenti davanti a noi.”
Archer, Masks or Faces, p. 106
Sia Laurette Taylor che Quintiliano stavano intuitivamente articolando uno dei principi fondamentali del Metodo – usare le proprie esperienze di vita come seme dell’immaginazione creativa; e come risultato, queste esperienze, cucite alla vita del personaggio, costituiscono la base per (ri)sperimentare sul palco. Questo è ciò che gli attori fanno istintivamente da molti secoli, ma prima del lavoro di Stanislavsky e poi di Strasberg, questo lavoro era solo questo, intuitivo. La recitazione, a differenza di altre forme d’arte, mancava di un approccio sistematico per sviluppare e allenare le componenti fondamentali della cassetta degli attrezzi di un attore: la sua sensibilità e la sua immaginazione. Non esisteva una metodologia che allenasse le facoltà necessarie per realizzare ripetutamente performance ispirate. E così i grandi maestri si misero al lavoro.
Scopri di più sulla storia del Lee Strasberg Theatre & Film Institute
INSPIRAZIONI DI LEE STRASBERG
Da giovane attore, Lee Strasberg si innamorò delle grandi performance e fu curioso di conoscere la fonte della loro ispirazione. Sia in Lee Strasberg che in Stanislavsky, questa indagine ispirò la passione di tutta la vita per la formazione degli attori e la demistificazione di ciò che fino ad allora era stato superficialmente spiegato semplicemente come “ispirazione divina”.
Quando il Teatro dell’Arte di Mosca, sotto la direzione di Konstantin Stanislavsky, visitò New York City in una tournée nel 1923, Lee Strasberg rimase stupito dalla recitazione della compagnia. Le loro performance erano vive, il loro comportamento reale e senza sforzo, la visione della compagnia profondamente umana. Era come se sperimentassero sul palco pensieri, desideri, sensazioni ed emozioni reali. Per gli americani, si raggiunse un grado di realtà creativa diverso da qualsiasi cosa avessero mai visto; per Lee Strasberg fu una rivelazione. Due attori del Teatro dell’Arte di Mosca, Richard Boleslavsky e Maria Ouspenskaya, aprirono l’American Laboratory Theatre a New York City e per la prima volta portarono negli Stati Uniti il lavoro pionieristico di quello che Stanislavsky chiamava “Il Sistema”. Fu nelle loro classi che Lee Strasberg colse il contributo seminale di Stanislavsky e iniziò la propria indagine per risolvere i problemi centrali dell’attore.
Quando Lee Strasberg, insieme a Harold Clurman e Cheryl Crawford, fondò il Group Theatre nel 1931, cercarono di ricreare il tipo di organizzazione teatrale dell’Art Theatre di Mosca, ma adattandolo alle norme culturali degli Stati Uniti. Con il Group Theatre, Lee Strasberg implementò il tipo di formazione sistematica dell’attore che aveva imparato con Boleslavsky e Ouspenskaya. Questo includeva esercizi sensoriali che sviluppavano l’immaginazione e la vita emotiva dell’attore, esercizi di rilassamento che liberavano la tensione mentale e fisica dell’attore, analisi del copione per capire le motivazioni, le azioni e la logica del personaggio, e improvvisazione per scoprire il comportamento naturale e gli obiettivi sottintesi dei personaggi. Tutti questi elementi erano parti fondamentali di questo primo lavoro. La regia di Lee ha ispirato tutta una coorte di luminari che avrebbero poi contribuito al teatro americano, tra cui Elia Kazan, Sanford Meisner, Stella Adler e Robert Lewis.
Al centro del lavoro di Lee Strasberg e del suo addestramento della compagnia c’era l’uso della “memoria affettiva”, che invitava gli attori a ricatturare e rivivere un evento singolare del tipo “una volta nella vita” del proprio passato e a usare quei sentimenti sinceri per salire a un momento esplosivo, a volontà, in una scena. L’esercizio della memoria affettiva, insieme ad altri che sviluppò nel corso della sua vita, sfidò gli attori ad usare esperienze della propria vita per motivare il comportamento emotivo o fisico di un personaggio. Per Strasberg, non era mai abbastanza ricreare l’emozione sul palco, bisognava riviverla.
Dopo il successo del Group Theatre, Lee Strasberg continuò ad affinare il suo lavoro, basandosi sulle conquiste di Stanislavski, e usando le sue esperienze e intuizioni come insegnante e regista per sviluppare ulteriormente esercizi che indirizzavano le richieste creative poste all’attore. Quando si trasferì nel ruolo di direttore artistico dell’Actors Studio, la sua capacità di coltivare il talento e di formare un nuovo tipo di attore-artista attirò grande attenzione. Il lavoro di Lee con gli attori cominciò a trasformare il teatro americano e il cinema americano, popolando entrambi con un livello distinto di performance autentica. Quando sempre più attori cominciarono ad approfondire il suo approccio sistematico all’addestramento dell’attore, alla sua tecnica fu dato un nome – il Metodo – e i suoi praticanti furono etichettati come “Attori di Metodo”.
Cos’è dunque il Metodo di Recitazione?
Al suo centro, il Metodo di Recitazione è dunque un approccio sistematico all’addestramento del materiale vivo che è lo “strumento” dell’attore, così come un mezzo per preparare un ruolo. L’uso degli esercizi di Lee Strasberg sviluppa il contenuto del talento dell’attore e fornisce una tabella di marcia per la creazione individuale di un personaggio. L’uso delle proprie esperienze di vita nell’immaginazione creativa infonde ogni scelta con un pensiero, un desiderio, una sensazione, un’azione e un sentimento genuini che portano a un comportamento psicologicamente profondo. Si basa sul lavoro di Stanislavsky e, come credeva Lee, realizza ciò che Stanislavsky si era prefissato.
Il Metodo allena gli attori ad usare il loro sé fisico, mentale ed emotivo nella creazione di un personaggio e sottolinea il modo in cui l’esperienza personale può accendere l’immaginazione degli attori. Rifugge i cliché e persegue l’autenticità individuale e una realtà profondamente radicata nelle circostanze date dal copione.
Cos’è dunque il Metodo Recitazione? Come disse Lee Strasberg, il Metodo è ciò che tutti gli attori hanno sempre fatto quando hanno recitato bene. Ma il Metodo è come ci si arriva.
Scopri di più sui programmi di teatro e cinema al Lee Strasberg Theatre & Film Institute: