“Stato alterato di coscienza” (ASC) è stato definito come un modello generale modificato di esperienza cosciente, o come la sensazione soggettiva e il riconoscimento esplicito che la propria esperienza soggettiva è cambiata. Noi sosteniamo che queste definizioni tradizionali non riescono a tracciare una linea chiara tra stati di coscienza alterati e normali (NSC). Delineiamo una nuova definizione di ASC e sosteniamo che il modo corretto di comprendere il concetto di ASC è quello di considerarlo come una nozione rappresentazionale: l’alterazione che è avvenuta non è un’alterazione della coscienza (o dell’esperienza soggettiva) di per sé, ma un’alterazione nelle relazioni informazionali o rappresentazionali tra la coscienza e il mondo. Uno stato di coscienza alterato è definito come uno stato in cui i meccanismi neurocognitivi di fondo della coscienza hanno una maggiore tendenza a produrre travisamenti come allucinazioni, deliri e distorsioni della memoria. Esempi paradigmatici di questi stati generalmente travisati, temporanei e reversibili sono il sogno, gli episodi psicotici, le esperienze con droghe psichedeliche, alcune crisi epilettiche e l’ipnosi in soggetti altamente ipnotizzabili. La definizione rappresentazionale di ASC dovrebbe essere applicata negli studi teorici ed empirici sulle ASC per unificare e chiarire la base concettuale della ricerca sulle ASC.