Da dove viene l’espressione “Jehoshaphat che salta!”? Un lettore ha scritto per chiederlo, e mi sono divertito molto a cercare di capirlo. Nessuno è sicuro di come il nome di Giosafat sia finito in questa interiezione, o perché stia saltando, ma ci sono diverse possibilità interessanti.
Questo mite giuramento apparve per la prima volta in un romanzo del 1866, quando un cowboy-backwoodsman lo usò per comunicare la sua sorpresa e ammirazione per quanto lontano fosse saltato un cavallo (e il suo bellissimo cavaliere): “By the jumpin’ Geehosofat, what a gurl she air sure enuf!” Più tardi divenne uno dei detti preferiti del cowboy dei cartoni animati Yosemite Sam, l’avversario di Bugs Bunny.
Jumpin’ Jehoshaphat! (e semplicemente Jehoshaphat!) è nato negli Stati Uniti durante la mania del 19° secolo per i “minced oaths”, pseudo-parole giurate che sostituivano parole profane o blasfeme con altre inoffensive. Questi giuramenti non veri e propri potevano essere molto poetici: Facevano rima (holy moly!), usavano allitterazioni (jumpin’ Jupiter!), ed erano divertenti da dire (gee willikers!). Jumpin’ Jehoshaphat segue l’esempio.
Il Jehoshaphat in questione è il re biblico di Giuda. Potrebbe sembrare strano riferirsi a lui come “saltatore”, dal momento che è meglio conosciuto per stare fermo. In 2 Cronache, Giuda è minacciato di invasione e Giosafat e il suo popolo pregano Dio per un aiuto. Il Signore dice loro: “la battaglia non è vostra ma di Dio… prendete posizione, state fermi e vedrete la vittoria del Signore in vostro favore” (20:15, 17 New Revised Standard Version). I Giudei emergono vittoriosi. Non ci si aspetterebbe che il fermo Giosafat cominciasse a saltare in giro, quindi “Jehoshaphat salta!” potrebbe avere una forza extra, che significa qualcosa come “Sono sorpreso come se il re Giosafat cominciasse a saltare!”
Guardato in un altro modo, però, Giosafat e il saltare vanno di pari passo. Il re nomina degli uomini per cantare e lodare Dio mentre i soldati marciano per incontrare i loro nemici. Tale preghiera potrebbe aver comportato salti e danze, poiché il salto è associato alla gioia e alla lode di Dio in tutta la Bibbia. Nel Cantico di Salomone, l’amato arriva “saltando sui monti, saltando sulle colline” (2:8); Davide usa la metafora del salto per attribuire a Dio il merito del suo successo: “per il mio Dio posso saltare oltre un muro” (Salmo 18:29). E Cristo Gesù dice ai suoi seguaci che se il mondo li maledice, dovrebbero “rallegrarsi… e saltare di gioia” perché la loro “ricompensa è grande nei cieli” (Luca 6:23). Una delle parole greche che il Nuovo Testamento usa per gioire è agalliao, che deriva da radici che significano letteralmente “molto” e “saltare.”
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Se dovessi scegliere l’origine più probabile dell’espressione, direi che gli americani del XIX secolo stavano provando diverse parole per giuramenti blandi, e che saltare Giosafat era sia appropriatamente biblico che divertente da dire.