Il termine “Jim Crow” si riferisce tipicamente alle leggi repressive e ai costumi usati un tempo per limitare i diritti dei neri, ma l’origine del nome stesso risale in realtà a prima della Guerra Civile. Nei primi anni 1830, l’attore bianco Thomas Dartmouth “Daddy” Rice fu spinto alla celebrità per aver interpretato le routine dei menestrelli come il fantomatico “Jim Crow”, una caricatura di uno schiavo nero goffo e ottuso. Rice sostenne di aver creato il personaggio dopo aver assistito ad un anziano nero che cantava una melodia chiamata “Jump Jim Crow” a Louisville, Kentucky. In seguito si appropriò del personaggio di Jim Crow per farne un numero da menestrello in cui indossava una maschera nera ed eseguiva battute e canzoni in un dialetto stereotipato da schiavo. Per esempio, “Jump Jim Crow” includeva il popolare ritornello, “Weel about and turn about and do ‘jis so, eb’ry time I weel about I jump Jim Crow”. Lo spettacolo dei menestrelli di Rice ebbe un enorme successo tra il pubblico bianco, e in seguito lo portò in tournée negli Stati Uniti e in Gran Bretagna. Con la diffusione della popolarità dello spettacolo, “Jim Crow” divenne un termine dispregiativo ampiamente usato per i neri.
La popolarità di Jim Crow come personaggio di fantasia alla fine si estinse, ma alla fine del 19° secolo la frase trovò nuova vita come termine generico per un’ondata di leggi anti-nere stabilite dopo la Ricostruzione. Alcune delle leggi più comuni includevano restrizioni sul diritto di voto – molti stati del Sud richiedevano test di alfabetizzazione o limitavano il suffragio a coloro i cui nonni avevano avuto anche il diritto di voto – divieti di relazioni interrazziali e clausole che permettevano alle imprese di separare la loro clientela bianca e nera. La filosofia segregazionista del “separati ma uguali” fu poi sostenuta nella famosa decisione della Corte Suprema del 1896 “Plessy contro Ferguson”, in cui la Corte stabilì che lo stato della Louisiana aveva il diritto di richiedere vagoni ferroviari diversi per neri e bianchi. La decisione “Plessy” avrebbe poi portato all’adozione diffusa di ristoranti segregati, bagni pubblici, fontane d’acqua e altre strutture. “Separati ma uguali” fu infine ribaltato nel caso della Corte Suprema del 1954 “Brown vs. Board of Education”, ma l’eredità di Jim Crow avrebbe continuato a durare in alcuni stati del Sud fino agli anni ’70.