Capitalista dall’animo sociale
La direzione Krupp cercò anche di dimostrare responsabilità sociale. Si prese cura dei dipendenti fissi e li formò. Vennero istituiti ospedali, scuole e biblioteche per i buoni lavoratori.
Non si trattava solo di carità – si dimostrava anche un lungimirante acume commerciale. Solo i migliori lavoratori ricevevano gli ambiti benefici. “Il personale permanente non era mai più del 10% della forza lavoro”, dice il direttore del museo Grütter.
Questi lavoratori privilegiati mantenevano il loro lavoro anche durante i periodi di crisi, e la loro formazione speciale assicurava alta produttività e competenza. Per Grütter, l’impegno sociale dei Krupp è un elemento importante della storia della famiglia e dimostra che “c’è un fondo di verità nei cliché, ma che il resto è stato inventato.”
Accusare i Krupp di freddo calcolo è troppo semplicistico, dice Grütter. Margarethe Krupp (1854-1931) impiegava due ore ogni giorno per ricevere le persone bisognose e aiutarle con vestiti, piatti e altri oggetti di uso quotidiano. Interesse personale e azioni umanitarie stavano fianco a fianco.
Né chierichetto né guerrafondaio
Durante la prima guerra mondiale, gli affari della famiglia Krupp si concentrarono sulla produzione di armamenti; una politica che quasi portò l’azienda alla bancarotta dopo la perdita della guerra. Nell’era nazista, Krupp fu molto più cauto di quanto si pensi, nota Grütter.
Anche se Krupp collaborò con i nazisti, mantenne metà dei suoi impianti di produzione concentrati su beni non militari. L’incriminazione e la condanna dopo la seconda guerra mondiale per aver collaborato con Hitler e per aver utilizzato il lavoro forzato era certamente giustificata. Ma ciò che è più mistificante è che altri magnati d’affari che fecero lo stesso non furono incriminati. Anche questo è un riflesso della “leggenda Krupp”, che sembrava sempre oscillare tra la glorificazione e la diffamazione.