Last Word

Il Last Word fu servito per la prima volta al Detroit Athletic Club, nel 1915 circa. Creato poco prima dell’inizio del proibizionismo, probabilmente da un barista di nome Frank Fogarty, è uno dei cocktail di maggior successo dell’epoca del proibizionismo.

Composto da gin, Chartreuse verde, liquore al maraschino e succo di lime fresco, il Last Word ha mostrato un certo potere e apparve nel libro di Ted Saucier del 1951, “Bottoms Up”. Ma a quel punto, era per lo più caduto in disgrazia, e dopo la seconda guerra mondiale, si ritirò negli angoli polverosi dei cocktail del passato.

Dopo decenni persi nella storia, il Last Word fu uno dei primi drink pre-proibizionistici a guidare il revival dei cocktail dei primi anni ’80. Murray Stenson, che allora lavorava allo Zig Zag Café di Seattle, ha portato alla luce questo classico in parti uguali, trovandolo nel libro di Saucier. Ha mescolato la bevanda per i suoi clienti, e la presenza del Last Word ha proliferato da lì, raggiungendo prima Portland e altre città della costa occidentale prima di farsi strada rapidamente a New York. In poco tempo, l’Ultima Parola era un punto fermo nei cocktail bar di tutto il paese, venerato per il suo inebriante equilibrio di sapori dolci, aspri ed erbacei.

L’Ultima Parola è quanto di più vicino alla perfezione possa esserci in un cocktail. Ma come per molti classici, i barman creativi – sia professionisti che casalinghi – hanno trovato il modo di creare variazioni sull’Ultima Parola. Il Paper Plane, inventato dal barista di New York Sam Ross nel 2008, è una versione liberale dell’originale che utilizza il bourbon. Altre variazioni si attengono più strettamente alla ricetta classica, ma sostituiscono il gin con un altro spirito di base. Il mezcal fa una versione terrosa e saporita, mentre il rhum agricole produce una bevanda fresca ed erbacea. Of course, the first versions were supposedly made with bathtub gin specific to the Detroit Athletic Club, so even London Dry or Old Tom gins technically stray from the original.

Whether you stick to the classic recipe or stake out on your own, this much is certain: The Last Word will leave you, um, speechless.

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