La leggenda di Re Artù: pseudo-storia o fatto? La sua legittimità storica è stata ampiamente contestata dagli storici nel corso dei secoli, discutendo la validità e la legittimità dell’esistenza del re e ancora i risultati sono inconcludenti. Con il numero limitato di documenti storici e di risorse a loro disposizione, e il presunto evento accaduto più di un millennio fa, le conclusioni di molti storici sono pesantemente opinabili. Che tu sia credente o meno, non si può negare che la storia del re del Medioevo sia una di quelle che ci sta a cuore come orgogliosi britannici.
La prima menzione di un leggendario condottiero britannico proviene dall’unica fonte contemporanea sopravvissuta del VI secolo, da un monaco gallese Gildas e dalla sua opera, De Excidio et Conquestu Britanniae. Eppure Gildas sembra non fare alcuna menzione di un guerriero chiamato Artù. Tuttavia, nel suo resoconto della battaglia di Monte Badon, dove gli invasori sassoni furono fermati, egli attribuisce la vittoria ad un capo britannico. L’unico comandante che cita per nome è Ambrosius Aurelianus, un romano-britannico nato alla fine del V secolo che “vinse alcune battaglie e ne perse altre”. È da notare però che nel testo Ambrosius Aurelianus è spesso indicato come ‘Orso’ a causa della tunica militare che indossava fatta con la pelle di un orso. Questo è interessante, dato che orso, tradotto in celtico, è ‘artos’.
Il primo pezzo di letteratura a menzionare Artù per nome è un poema gallese chiamato Y Gododdin, che risale tra il VII e l’XI secolo. In una versione tradotta del poema, si parla di un guerriero di nome Gwawrddur e si dice: “Gwawrddur era abile nell’uccidere i suoi nemici. Ma non era Artù”. Anche se è una piccola prova, questo implica che una volta c’era un guerriero incredibilmente abile di nome Artù che rappresentava il gold standard dei guerrieri. Alcuni storici sostengono che Artù fosse una leggenda costruita dalle gesta di diverse persone; qui c’è almeno un guerriero storico su cui la leggenda potrebbe essere stata basata.
Una pagina facsmilie da Y Gododdin, dal Libro di Aneurin (1275 circa)
Un altro pezzo di letteratura che sostiene di essere la prima menzione di Artù per nome sono gli Annales Cambriae, o gli Annali di Pasqua, un insieme di manoscritti gallesi. La prima voce del manoscritto recita “Battaglia di Badon, in cui Artù portò la croce di nostro Signore Gesù Cristo sulle sue spalle per tre giorni e tre notti e i Britanni furono vincitori”. Tuttavia, molti storici ignorano questo dato, poiché gli Annali sono stati compilati da diverse fonti e compilati nel XII e XIII secolo.
Un’opera di un altro monaco gallese intitolata Historia Brittonum, o Storia dei Britanni, fu scritta all’inizio del IX secolo e contiene i dettagli di 12 battaglie a cui Artù avrebbe preso parte durante la sua vita. Il libro descrive Artù come un comandante militare più che un re e dice: “Il magnanimo Artù, con tutti i re e la forza militare della Britannia, combatté contro i Sassoni”. Lo scriba continua: “fu dodici volte scelto come loro comandante, e fu altrettanto spesso conquistatore”. Inoltre, Artù è etichettato come “dux bellorum” o comandante militare, vedendolo chiaramente più come un leader militare che come un sovrano. Il problema principale di questo libro è che i luoghi nominati, in alcuni casi, non condividono i loro nomi con luoghi che esistono attualmente, per esempio il fiume Gleni, il fiume Duglas nella regione di Linius, e il fiume Bassas. Inoltre, si dice che il potente Artù non solo sia sopravvissuto a queste 12 battaglie, ma elabora: “novecentoquaranta caddero solo per mano sua” nella battaglia del Monte Badon. Il resoconto si presenta come un’opera di finzione piuttosto che come un fatto.
La più famosa rappresentazione della leggenda arturiana proviene da un libro scritto dal famoso Geoffrey di Monmouth, un ecclesiastico celtico del Medioevo, intitolato Historia Regum Britanniae, o Storia dei Re di Britannia. In quest’opera Geoffrey espone la maggior parte della leggenda arturiana che conosciamo nell’era moderna. Oltre ad Artù, vengono introdotti altri personaggi come Lancillotto, Merlino e Ginevra. Si parla anche del famoso castello e della roccaforte del re, Camelot, e si attribuiscono altre imprese di vittoria in battaglia a questo presunto re. Tuttavia la storia originale di Geoffrey diverge un po’ dalla leggenda moderna. Mentre l’Artù conosciuto oggi brandisce Excalibur e governa da Camelot, l’Artù di Geoffrey governava da Caerleon e brandiva Caliburnus.
Questa storia è ampiamente considerata dagli storici un po’ storica e un po’ fittizia, creata da una serie di fonti composte da letteratura latina e celtica, al punto che è difficile distinguere il fatto dalla finzione.
Artù era dunque una persona reale? Ci sono poche prove concrete, gli storici hanno teorie diverse e quindi sembra che non lo sapremo mai con certezza.
Di Aidan Stubbs. Sono uno studente del sesto anno con un forte interesse per la storia, in particolare per la leggenda di Re Artù.