Originariamente, la parola sanscrita per leone, variamente traslitterata come Simha o Singh era usata come titolo dai guerrieri Kshatriya nelle parti settentrionali dell’India. I primi esempi registrati di nomi che terminano con “Simha” sono i nomi dei due figli del sovrano Saka Rudraraman nel secondo secolo CE. Jayasimha, il primo sovrano della dinastia Chalukya a portare il titolo Simha, regnò intorno al 500 d.C. Il ramo Vengi dei Chalukya continuò ad usare Simha come cognome fino all’undicesimo secolo. I Rajput cominciarono ad usare Singh in preferenza all’epiteto classico di “Varman”. Tra i Rajput, l’uso della parola Simha entrò in voga tra i Paramaras di Malwa nel X secolo CE, tra i Guhilot e i Kachwahas di Narwar nel XII secolo CE, e i Rathores di Marwar dopo il XVII secolo.
Dal XVI secolo, “Singh” era diventato un cognome popolare tra i Rajput. Fu adottato dai Sikh nel 1699, secondo le istruzioni di Sri Guru Gobind Singh Ji. Singh è usato da tutti i Sikh maschi battezzati, indipendentemente dal loro legame geografico o culturale; le donne usano Kaur.
Nel XVIII secolo, diversi gruppi iniziarono ad usare il titolo “Singh”. Questi includevano i bramini, i Kayasthas e i Baniyas di quelli che oggi sono Uttar Pradesh e Bihar. Nel XIX secolo, anche i peones di corte del Bengala delle caste inferiori adottarono il titolo “Singh”. Anche i Bhumihars, che originariamente usavano cognomi braminici, iniziarono ad apporre Singh ai loro nomi. In Bihar e Jharkhand, il cognome venne associato al potere e all’autorità, e fu adottato da persone di diverse caste, compresi gli zamindar bramini. Ahir (Yadav) e Kurmis usavano ‘Singh’ come parte del loro nome.
Persone appartenenti a diverse altre caste e comunità hanno anche usato Singh come titolo, secondo nome o cognome; questi includono Punjabi non-Sikh, Gujjars (es.Nirbhay Singh Gujjar), Marathas (es. Pratap Singh Rao Gaekwad) e Jats indù, (es. Bhim Singh Rana), Sikh Jats, (es. Maharaja Ranjit Singh). Il cognome ‘Singh’ è usato da molti gruppi di caste nel Bihar. Il nome si trova anche tra la diaspora indiana. Per esempio, approfittando del fatto che non c’era un modo affidabile per accertare la casta di una persona, alcuni dei lavoratori indigeni indiani di bassa casta portati nella Guyana britannica adottarono il cognome “Singh”, sostenendo di essere di alta casta Kshatriyas.