Non si può mai essere sicuri di quanto siano seri al riguardo, ma esiste un gruppo di persone che si fa chiamare “Flat-Earth Society” (ricordate la notizia del vecchio signore che fu invitato a Cape Kennedy per assistere al lancio lunare dell’Apollo, ma ne uscì convinto che fosse tutta una bufala?) C’è un altro gruppo, altrettanto vocale, che crede che la terra sia cava. Diversi anni fa, un gruppo di “credenti” informò un membro dello staff dell’Istituto Geofisico che c’era un’apertura al centro della terra nella catena montuosa dell’Alaska, e che questo era un punto di entrata e uscita per i dischi volanti.
I moderni sostenitori della teoria della terra cava possono rinviare i non credenti al libro The Hollow Earth (Bell Publishing Company, 1979) di Raymond Bernard. Bernard, a giudicare dalle iniziali che elenca dietro il suo nome, ha quasi tutti i gradi accademici avanzati, ma è apparentemente una specie di recluso. Come afferma un portavoce dell’editore in una prefazione al libro, “Non entrerò in nessuna corrispondenza riguardante questo libro – o l’autore. Se accettate o rifiutate il contenuto di questo libro è un vostro privilegio. Non interessa a nessuno”.
Il nocciolo della teoria della terra cava è che la terra è un guscio con pareti spesse circa 800 miglia. Nelle regioni polari ci sono buchi larghi 1400 miglia, con bordi che curvano dolcemente dall’esterno del guscio verso l’interno. Un viaggiatore in mare o in superficie potrebbe procedere su un bordo del buco, come una formica che striscia sul bordo di una tazza di caffè dall’esterno all’interno, e non essere consapevole che sta effettivamente entrando nell’interno della terra. Bernard spiega che i buchi non sono mai stati visti dall’aria perché i piloti sono ingannati dalle loro bussole a credere che stanno attraversando il polo, quando in realtà stanno seguendo il “bordo magnetico” del buco. Così gli aerei non volano mai realmente sopra i poli geografici, che naturalmente segnano i centri dei buchi stessi. Come prova inconfutabile della sua affermazione, egli cita la dichiarazione dell’ammiraglio Byrd: “Mi piacerebbe vedere quella terra oltre il Polo”. Quella zona oltre il Polo è il Grande Ignoto”.
La teoria della terra cava in realtà sembra essere stata originata all’inizio del 1800 da John Symmes, un americano serio che ha dedicato la maggior parte della sua vita a convincere il mondo che la terra era formata da una serie di gusci concentrici.
Symmes credeva che sotto i nostri piedi ci fossero chilometri di meraviglioso dominio non reclamato, con una vegetazione lussureggiante e pesci e selvaggina da prendere. A quanto pare, c’era chi lo prendeva sul serio. Come riportato nel numero di ottobre 1882 di Harper’s New Monthly Magazine, un certo signor Howgate era stato recentemente nelle notizie, proponendo che una spedizione fosse fatta per scoprire “Symmes’ Hole”. Il suo piano era di far acclimatare un certo numero di uomini a latitudini sempre più alte, spostandosi ogni anno più a nord. Dovevano osservare gli animali che presumibilmente svernavano all’interno della terra ogni anno ed emergevano durante la primavera per partorire. Alla fine, la colonia di uomini doveva seguire gli animali in autunno per trovare dove entravano in quella terra meravigliosa al centro della terra.
Purtroppo per questo concetto romantico, se i credenti di oggi hanno ragione, l’unica cosa che vi troverebbero ora sono i dischi volanti.