Alain Locke

Alain Locke, per esteso Alain LeRoy Locke, (nato il 13 settembre 1885 a Filadelfia, Pennsylvania, Stati Uniti.-morto il 9 giugno 1954, New York City), educatore, scrittore e filosofo americano, ricordato soprattutto come leader e principale interprete dell’Harlem Renaissance.

Zora Neale Hurston (1891-1960) ritratto di Carl Van Vecht 3 aprile 1938. Scrittrice, folklorista e antropologa ha celebrato la cultura afroamericana del Sud rurale.
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Locke si è laureato in filosofia alla Harvard University nel 1907. È stato il primo borsista nero di Rhodes, studiando a Oxford (1907-10) e all’Università di Berlino (1910-11). Ha ricevuto un dottorato in filosofia ad Harvard nel 1918. Per quasi 40 anni, fino al pensionamento nel 1953 come capo del dipartimento di filosofia, Locke insegnò alla Howard University di Washington, D.C.

Locke stimolò e guidò le attività artistiche e promosse il riconoscimento e il rispetto dei neri da parte dell’intera comunità americana. Avendo studiato la cultura africana e tracciato le sue influenze sulla civiltà occidentale, sollecitò pittori, scultori e musicisti neri a guardare alle fonti africane per l’identità e per scoprire materiali e tecniche per il loro lavoro. Incoraggiò gli autori neri a cercare soggetti nella vita nera e a fissare alti standard artistici per se stessi. Fece conoscere ai lettori americani l’Harlem Renaissance curando un numero speciale su Harlem per Survey Graphic (marzo 1925), che ampliò in The New Negro (1925), un’antologia di narrativa, poesia, teatro e saggi.

Locke curò gli studi Bronze Booklet sui successi culturali dei neri. Per quasi due decenni recensì annualmente la letteratura di e sui neri in Opportunity e Phylon, e dal 1940 fino alla sua morte scrisse regolarmente sui neri per il Britannica Book of the Year. Le sue numerose opere includono Four Negro Poets (1927), Frederick Douglass, a Biography of Anti-Slavery (1935), Negro Art-Past and Present (1936), e The Negro and His Music (1936). Ha lasciato materiali incompiuti per uno studio definitivo dei contributi dei neri alla cultura americana. Il suo materiale ha costituito la base per The Negro in American Culture (1956) di M.J. Butcher.

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Umanista intensamente interessato all’estetica, Locke definì la sua filosofia “pluralismo culturale” e sottolineò la necessità di determinare valori che guidassero la condotta umana e le interrelazioni. Il principale di questi valori era il rispetto per l’unicità di ogni personalità, che può svilupparsi pienamente e rimanere unica solo all’interno di un ethos democratico.

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