HERMAPHRODITOS

Greek Mythology >> Greek Gods >> Olympian Gods >> Erotes >> Hermaphroditus (Hermaphroditos)

Eros resembling hermaphrodite, Apulian red-figure lekythos C4th B.C., Rhode Island School of Design Museum

HERMAPHRODITOS (Hermaphroditus) was the god of hermaphrodites and of effeminates. Era annoverato tra gli dei alati dell’amore conosciuti come Erotes.
Hermaphroditos era figlio di Hermes e Afrodite, gli dei della sessualità maschile e femminile.

Secondo alcuni era un tempo un bel giovane che attirò l’amore di una ninfa Naiade Salmakis (Salmacis). Lei pregò di essere unita a lui per sempre e gli dei, rispondendo alla sua preghiera, fusero le loro due forme in una sola. Allo stesso tempo la sua sorgente acquisì la proprietà di rendere gli uomini che si bagnavano nelle sue acque morbidi ed effeminati.

Hermaphroditos era raffigurato come un giovane alato con caratteristiche sia maschili che femminili – di solito cosce, seni e capelli femminili, e genitali maschili.

FAMIGLIA DI HERMAPHRODITUS

PARENTI

HERMES & APHRODITE (Diodoro Siculo 4.6.5, Hyginus Fabulae 271, Ovidio Metamorfosi 4.288, Cicerone De Natura Deorum 3.21)

ENCYCLOPEDIA

HERMAPHRODI′TUS (Hermaphroditos). Il nome è composto da Hermes e Afrodite, ed è sinonimo di androgunês, gunandros, hêmiandros, &c. Era originariamente un Afrodite maschio (Aphroditus), e rappresentato come un Hermes con il fallo, il simbolo della fertilità (Paus. i. 19. § 2), ma in seguito come un essere divino che combina i due sessi, e solitamente con la testa, i seni e il corpo di una femmina, ma con le parti sessuali di un uomo. Secondo una tradizione di Ovidio (Met. iv. 285, &c.), era un figlio di Hermes e Afrodite, e di conseguenza un pronipote di Atlante, per cui è chiamato Atlantiades o Atlantius. (Ov. Met. iv. 368; Hygin. Fab. 271.) Aveva ereditato la bellezza di entrambi i suoi genitori, e fu allevato dalle ninfe del Monte Ida. Nel suo quindicesimo anno andò in Caria; nelle vicinanze di Alicarnasso si sdraiò presso il pozzo Salmacis. La ninfa del pozzo si innamorò di lui e cercò di conquistare il suo affetto, ma invano Una volta che lui stava facendo il bagno nel pozzo, lei lo abbracciò e pregò gli dei che le permettessero di rimanere unita a lui per sempre. Gli dei esaudirono la richiesta, e i corpi del giovane e della ninfa si unirono in modo tale che i due insieme non potevano essere chiamati né uomo né donna, ma erano entrambi. Hermaphroditus, venendo a conoscenza del cambiamento, pregò che in futuro ogni persona che si fosse bagnata nel pozzo fosse metamorfosata in un ermafrodito. (Ov. l.c.; Diod. iv. 6; Luciano, Dial. Deor. 15. 2; Vitruv. ii. 8; Fest. s. v. Salmacis). In questo, come in altri racconti mitologici, non dobbiamo supporre che l’idea sia basata su un fatto, ma l’idea ha dato origine al racconto, e così ha ricevuto, per così dire, un corpo concreto. L’idea stessa fu probabilmente derivata dal culto della natura in Oriente, dove troviamo non solo composti mostruosi di animali, ma anche quel particolare tipo di dualismo che si manifesta nella combinazione del maschio e della femmina. Altri, tuttavia, concepiscono che gli ermafroditi fossero soggetti di rappresentazione artistica piuttosto che di culto religioso. Gli artisti antichi rappresentavano frequentemente gli ermafroditi, sia in gruppo che separatamente, e sia in atteggiamento reclinato che in piedi. La prima statua celebrata di un ermafrodito fu quella di Policleto. (Plin. H. N. xxiv. 19, 20; comp. Heinrich, Commentatio qua Hermaphroditorum Artis antiquae Operibus insignium Origines et Causae explicantur, Hamburg, 1805; Welcker, in Creuzer and Daub’s Studien, iv. p. 169, &c.)

Fonte: Dizionario di biografia e mitologia greca e romana.

CITAZIONI DELLA LETTERATURA CLASSICA

Diodoro Siculo, Biblioteca di storia 4. 6. 5 (trans. Oldfather) (storico greco C1 a.C.) :
“Hermaphroditos (Hermaphroditus), come è stato chiamato, che è nato da Hermes e Afrodite e ha ricevuto un nome che è una combinazione di quelli di entrambi i suoi genitori. Alcuni dicono che questo Ermafrodito è un dio e appare in certi momenti tra gli uomini, e che nasce con un corpo fisico che è una combinazione di quello di un uomo e quello di una donna, in quanto ha un corpo che è bello e delicato come quello di una donna, ma ha la qualità maschile e il vigore di un uomo. Ma ci sono alcuni che dichiarano che tali creature di due sessi sono delle mostruosità, e venendo raramente al mondo come fanno hanno la qualità di presagire il futuro, a volte per il male e a volte per il bene.”

“Ermafrodito endormi”, statua di marmo greco-romana dalle Terme di Diocleziano C2° d.C., Musée du Louvre

Ovidio, Metamorfosi 4. 28 e segg. (trad. Melville) (epica romana dal C1 a.C. al C1 d.C.) :
“Ascolta come la piscina magica di Salmacis ha trovato la sua cattiva fama, e perché le sue acque senza forza ammorbidiscono ed enervano le membra che toccano. Tutti conoscono il suo famoso potere, ma pochi ne conoscono la causa. A Mercurius (Mercurio), si racconta, e a Cythereia nacque un bambino che le Naidi allevarono nelle grotte del Monte Ida; nel suo volto mostrò il padre e la madre e prese il nome da entrambi. Trascorsi tre anni, il giovane lasciò Ida, la sua casa adottiva, le sue dimore di montagna, desideroso di vagare in terre lontane, di vedere fiumi sconosciuti, le difficoltà ammorbidite dalla gioia. Alla fine raggiunse le città della Licia e le province in marcia di Carae; e lì vide uno stagno, uno stagno limpido e splendente, chiaro fino al fondo; non vi cresceva nessuna canna palustre, nessun carice sterile, nessun giunco spinoso; l’acqua era cristallina, il suo margine era circondato da ciuffi viventi e da una vegetazione sempre verde. Una Ninfa abitava lì, non una che piegasse l’arco o si unisse alla caccia o corresse per vincere la corsa; era l’unica delle Naidi sconosciuta alla veloce Diana. Molte volte le sue sorelle la rimproveravano: “Vieni, Salmacis, tira fuori la tua lancia o la tua faretra dipinta; varia le tue ore di riposo con le fatiche della caccia.”
Ma lei non prendeva mai la lancia né la faretra dipinta, né variava le sue ore di riposo con le fatiche della caccia; ma nella sua piscina bagnava le sue belle membra, e con un pettine di bosso si vestiva i capelli, e, guardando a lungo, prendeva consiglio dalle acque quale stile fosse migliore. Or sull’erba verde e soffice o su molli foglie in abito di garza si stendeva; or raccoglieva fiori – e, raccogliendo, vedeva per caso il fanciullo e, vedendo, vedeva il desiderio del suo cuore, e sebbene il suo cuore volesse affrettarsi, si fermava un po’ finché, controllato il vestito, tutto in ordine, il fascino negli occhi brillanti, meritava di apparire così bella, poi cominciava a parlare: “Bello ragazzo tu sembri – come degnamente tu sembri!un dio, e, se un dio, Cupido (Amore) stesso, o se un mortale, coppia felice sono quelli che ti hanno dato alla luce; beato tuo fratello, beata davvero tua sorella, se ne hai una, e la nutrice che ti ha allattato, ma molto, di gran lunga, più beata lei, la tua promessa sposa, trovata degna del tuo amore! Se ce n’è una, che la gioia rubata sia la mia; se non ce n’è, che io sia lei, fammi tua sposa! Un rossore roseo tinse le guance del ragazzo; egli non sapeva cosa fosse l’amore; ma il rossore gli si addiceva; come la fioritura delle rosee mele appese al sole, o l’avorio dipinto, o quando la luna brilla di rosso sotto il suo pallore e i gong risuonano invano per salvare la sua eclissi. Allora la Ninfa supplicò, implorò, chiese almeno un bacio di sorella, e fece per gettargli le braccia intorno al collo d’avorio. “Basta!” gridò lui “Fallo! La paura le colpì il cuore; “Cedo il posto”, disse, “Straniero, a te” e si voltò come per lasciarlo, poi, con molti sguardi all’indietro, sparì nel sottobosco frondoso e si rannicchiò lì nascosto. Il ragazzo, solo (pensava) sul prato vuoto e inosservato, passeggiava avanti e indietro e nell’acqua increspata immergeva prima le dita dei piedi, poi le caviglie, e presto, affascinato dalla frescura calmante della piscina, si spogliò delle sue vesti leggere dalle membra sottili. Poi Salmacis guardò incantata, e il desiderio ardeva per la sua bellezza nuda e i suoi occhi brillavano come quando la sfera del sole senza nuvole brilla in uno specchio. A malapena poteva aspettare, a malapena rimandava la sua gioia, desiderava abbracciarlo, a malapena conteneva il suo cuore frenetico. Lui batté i palmi vuoti contro i fianchi e si tuffò nella piscina e, nuotando a braccetto, brillava nell’acqua limpida come, in una cupola protettiva di cristallo, gigli bianchi o una figura d’avorio. Ho vinto, è mio!’ gridò, e gettò via i suoi vestiti e si immerse lontano nella piscina e lo afferrò e, mentre lui si dibatteva, forzò i suoi baci, lo accarezzò volente o nolente, lo accarezzò; ora da un lato, ora dall’altro si aggrappò a lui mentre lui lottava per sfuggire alla sua presa; e così alla fine lo avvinghiò, come un serpente afferrato dal re degli uccelli e portato in alto, che, mentre è appeso, si avvolge intorno alla sua testa e agli artigli e con la sua coda intreccia le sue ali che si allargano; o l’edera che avvolge alti alberi della foresta; o, nel mare, un calamaro il cui braccio frustante afferra e da ogni lato circonda la loro preda.
Atlantiade si ribellò, negò alla Ninfa la sua gioia; lei si tese di più; il suo corpo aggrappato sembrava fissato al suo. “Stupido, combattimi come vuoi”, gridò lei, “non scapperai! Voi dei ordinate che non sorga mai un giorno per separarci! La sua preghiera trovò gli dei ad ascoltare; entrambi i corpi si fusero in uno, entrambi si fusero in una forma e in un volto. Come quando un giardiniere mette un innesto e vede la crescita sigillare la giuntura ed entrambi maturano insieme, così, quando nel veloce abbraccio le loro membra furono unite, loro due non erano più due, né uomo, né donna – un solo corpo allora che non sembrava né uno né l’altro.
Così quando vide che le acque della piscina, dove si era immerso un uomo, lo avevano reso metà donna e le sue membra ormai deboli e molli, alzando le mani, Hermaphroditus gridò, con la voce impassibile: ‘Caro padre e cara madre, di cui entrambi porto il nome, concedimi, figlio tuo, che chi in queste acque bagna un uomo emerga metà donna, indebolito all’istante.’
Entrambi i genitori sentono; entrambi, mossi per gratificare il loro figlio bisessuale, il suo scopo di garantire, drogato l’acqua luminosa con quel potere impuro.”

Greco antico & ARTE ROMANA

K30.1 Eros Resembling Hermaphrodite

Apulian Red Figure Vase Painting C4th B.C.

K32.12 Eros Resembling Hermaphrodite

Apulian Red Figure Vase Painting C4th B.C.

S30.1 Hermaphroditus

Greco-Roman Marble Statue C2nd A.D.

SOURCES

GREEK

  • Diodorus Siculus, The Library of History – Greek History C1st B.C.

ROMAN

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *